giovedì 10 marzo 2016

LE FORMICHE



Le formiche Honeypot hanno addomi gonfi con una sostanza simile al nettare, che viene utilizzata per alimentare altre formiche, come una sorta di " dispensa vivente . "Un eccellente" cibo cool.

Le formiche tagliafoglie , note anche come Hormigas Culonas in spagnolo (che significa formica di grande spessore ) sono consumate principalmente in Sud America. Si dice che ha un gusto come un incrocio tra pancetta e pistacchio, e di solito sono mangiati tostati.In Colombia, sono venduti come popcorn al cinema .

Le formiche di limone si trovano nella giungla amazzonica e si dice che il sapore è di limone.

Uno studio USA mette in risalto un’ottima risorsa alimentare: quella degli insetti. Conoscevamo già la consuetudine, in uso in Oriente e in America Latina, di consumare formiche ed altri insetti, ma oggi veniamo a conoscenza di qualcosa di più. I ricercatori dell’Ohio ci informano che gli insetti sono animali preziosi, prelibati che non hanno la giusta fama e vengono sottovalutati come cibo. I benefici dell’ entomofagia, secondo i ricercatori, sono tanti. Mangiare insetti significa mantenersi sani. Essi contengono, infatti, molte proteine e altri nutrienti preziosi, ma non contengono grassi dannosi per il contenuto di colesterolo.
Con il consumo di insetti, si ridurrebbe il loro numero e la necessità di intervenire con i pesticidi dannosi per l’ambiente.

In Italia servirà del tempo per convincere la popolazione che inserire gli insetti nella dieta può essere importante. Da un lato c’è l’efficacia nutrizionale, comprovata da diversi lavori scientifici, dall’altro una maggiore sostenibilità ambientale, in un periodo in cui la terra è oltremodo sfruttata per l’allevamento e i mari sono sempre meno pescosi. Per ogni uomo, ci sono sul pianeta quaranta tonnellate di insetti già disponibili.



Ma nonostante l’entomofagia sia stata sfruttata prima che fossero scoperte la caccia e l’agricoltura, in Italia si parla raramente dell’opportunità di utilizzare gli insetti a tavola. «Conviene abituarsi, perché dal 2020 non avremo molte alternative», disse un anno fa Marcel Dicke dell’università olandese di Wageningen, il principale ateneo europeo a occuparsi di entomofagia, in un’intervista. Chi ascolta, lo fa spesso con sospetto.

Nel mondo sono 1900 le specie di insetti commestibili riconosciute dalla Fao e consumate soprattutto in America centrale e meridionale, Africa, Asia e Australia. Nella lista troviamo cavallette, termiti, formiche, coleotteri, falene. «In Thailandia alcuni insetti vengono considerati una vera rarità, mentre in Occidente l’idea di mangiarli suscita disgusto, anche se dal punto di vista nutrizionale sono un’ottima fonte di grassi, proteine e sali minerali».

Il tabù è già stato fatto cadere in Europa da alcuni cuochi di grido come Renè Redzepi, proprietario del Noma di Copenhagen, considerato il miglior ristorante al mondo e Carlo Cracco che inseriscono piatti a base di insetti nei loro menù.

Per produrre la stessa quantità di proteine dagli insetti basta un quarto del cibo somministrato alle pecore e la metà di quello dato a suini e polli.
Ciò nonostante, nel mondo sono pochissimi gli allevamenti controllati. Nascono da questa evidenza diverse problematiche correlate alla raccolta indiscriminata dall’ambiente. «Chi si ciba di insetti, o li utilizza come mangime per i propri animali di allevamento, lo fa sottraendoli direttamente in natura, pratica che pone problemi legati al prelievo indiscriminato e alla conservazione – afferma Valvassori -. L’argomento è però di grande interesse per le potenzialità che potrebbe assumere a livello ambientale: per produrre un chilo di insetti bastano due chili di vegetali, mentre per un chilo di carne bovina ne servono dieci».

Il costo della carne è in aumento: in termini economici, ma anche di ettari di foresta distrutti per il pascolo o per coltivare il foraggio per il bestiame. Gli studiosi di entomofagia segnalano il basso contributo degli insetti in termini di emissioni di gas serra, accompagnato da un alto tasso di conversione alimentare. Necessitano di un quarto del cibo con cui vengono fatte crescere le pecore e della metà di cui si nutrono suini e polli, per produrre la stessa quantità di proteine.

La Cina ha già allestito enormi allevamenti di larve, Zimbabwe e Laos hanno sviluppato diversi progetti di raccolta degli insetti. Il business è partito anche nel Regno Unito, seppur non in via ufficiale: qualche settimana fa un uomo è stato arrestato alla dogana di Gatwick dopo essere sceso da un volo proveniente dal Burkina Faso con 94 chili di larve, del valore di circa quarantamila euro.




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