martedì 22 marzo 2016

LA PAPAYA



La pianta della papaya si presenta come un piccolo albero poco ramificato, potrebbe ramificare in caso di ferite, con un fusto alto sino a 5–10 m. Il tronco, anche negli esemplari maturi, ha una consistenza tenera, poco legnosa, e presenta cicatrici prodotte dalla crescita e caduta delle foglie superiori. La linfa è di consistenza lattea e tossica allo stato naturale per l'essere umano, potendo produrre irritazioni allegiche al contatto con la pelle.

Le foglie, disposte a rosetta all'apice del tronco, sono larghe, palmato-lobate, 50–70 cm di diametro.

I fiori sono prodotti all'ascella delle foglie.

I frutti hanno una consistenza delicata e una forma oblunga e possono essere di color verde, giallo, arancio o rosa. Possono pesare fino a 9 kg. Per esigenze di commercializzazione nella maggior parte dei casi non devono pesare più di 500 o 600 g, specialmente nelle varietà di piante nane, molto produttive e destinate generalmente alla esportazione, per essere più trasportabili e durare di più dopo la raccolta fino al momento del loro consumo. La dimensione dei frutti diminuisce in funzione della età della pianta. I frutti e i fiori si trovano in grappoli subito sotto la inserzione dei piccioli delle foglie palmate. La pianta non è esigente in quanto ai suoli, potendo svilupparsi in qualunque terreno abbandonato o perfino in grandi vasi. È una delle piante più produttive in relazione alla sua dimensione perché fiorisce continuamente e ha sempre allo stesso tempo fiori e frutti. Lo sviluppo dei frutti causa la caduta delle foglie inferiori, quindi i frutti sono sempre allo scoperto rispetto alle foglie, esposti alla luce solare.
La specie si presenta naturalmente dioica, però la selezione artificiale ha prodotto specie ermafrodite.

È una pianta originaria del Centroamerica, conosciuta e utilizzata in tutta l'America da molti secoli, per quanto oggi si coltivi in molti Paesi di altri continenti, principalmente in Asia e Africa. Prima dell'arrivo degli Europei, in Messico era chiamata Chichihualtzapotl, che in nahuatl significa "frutto dolce (da) balia", ed era un frutto particolarmente connesso con la fertilità.
Vive in ambienti tropicali (America Centrale e Meridionale e Asia Pacifica) a temperature che non devono mai scendere sotto 0 °C per evitare marciumi.

Nelle Filippine il frutto della papaya è oggetto di coltivazioni industriali di grande rilievo per l'economia del Paese: di particolare pregio le coltivazioni sull'isola di Guimaras, nota per la grande varietà e qualità delle piante da frutta.

La papaia prende nomi diversi a seconda del luogo in cui viene coltivata: capote (Messico), mamao (Brasile), fruta bomba (Cuba), lech (Portorico), passiflora delle Molucche ecc.. Le varietà più conosciute sul mercato italiano sono: Solo, Hortus Gold, Cera, Kagdum, Semangka.
La papaia è un frutto tropicale, apprezzato in tutto il mondo per il suo sapore, succoso e rinfrescante, a metà strada tra l'albicocca ed il melone. E' meno dolce ed un po' più insipida se si tratta di papaia italiana. Se acerba va conservata a temperatura ambiente poiché l'elevata concentrazione di papaina impedisce al frutto, colto acerbo, di raggiungere in fretta un'adeguata maturazione.
La papaia può essere consumata cruda, cotta, come ingrediente base per preparare conserve e marmellate oppure dare, per fermentazione, una specie di acquavite.



Dal punto di vista nutrizionale il frutto è un'ottima fonte di antiossidanti, grazie al buon contenuto di licopene e Vitamina A, C ed E. Discreta anche la presenza di folati, fibre e potassio.

Il frutto, di grandi dimensioni, ha un uso simile al melone. In Thailandia il frutto acerbo, tagliato a julienne, serve come base per il Som Tam nota come "papaya salad". Nelle Filippine, dove gli alberi di papaya sono spesso coltivati nei pressi delle abitazioni, il frutto viene regolarmente consumato fresco e utilizzato come ingrediente per la preparazione di numerosi piatti locali come l'atchara, i lumpia e in diverse ricette di pollo e maiale. Il frutto della papaya è inoltre utilizzato come frutta secca.

Dalla papaia si estrae in medicina la papaina, principio attivo con funzione proteolitica. Contrariamente alla credenza popolare esso non favorisce il dimagrimento, ma la semplice digestione delle proteine. Di questo enzima se ne producono più di 1000 tonnellate annuali nel mondo e viene usato nella fabbricazione di birra, cosmetici e nell'industria alimentare. La papaina è impiegata anche per ammorbidire le carni: nei barbecue si usa il succo che fluisce tagliando la corteccia della papaia verde per versarlo sopra la carne, rendendola molto tenera e succosa.

Le proprietà della papaya lo rendono un frutto appetibile sotto molti punti di vista.  Nonostante venga da lontano si trova piuttosto facilmente nei nostri supermercati; per essere certi di acquistare una papaya di buone qualità e maturata naturalmente è, però, più indicato prenderla nei negozi specializzati in frutta esotica. La papaya matura soprattutto nei mesi più caldi; in realtà, però, l’albero produce i frutti anche nelle altre stagioni, ecco perché possiamo trovarla quasi sempre. Dolce e soffice come il burro, la papaya è composta principalmente da acqua; ha, inoltre, una buona quota di carboidrati. Contiene tanta vitamina C e poi ancora vitamina A, vitamina E, vitamina K, acido folico, magnesio, potassio, rame, acido pantotenico, flavonoidi. Anche i semi sono edibili; alcune delle proprietà della papaya dipendono proprio dalla composizione dei semi. La papaya, specie quando completamente matura, contiene una buona quota di sostanze con proprietà antiossidanti, note per la capacità di proteggere l’organismo dall’invecchiamento cellulare. L’assunzione regolare di alimenti antiossidanti aiuta a proteggersi meglio da tutte quelle malattie che hanno tra le cause proprio l’invecchiamento cellulare, soprattutto tumori e disturbi cardiovascolari. La papaya, dunque, è una valida alleata della salute del cuore. Le sostanze antiossidanti della papaya aiutano a prevenire l’ossidazione del colesterolo. Il colesterolo, ossidandosi, si inspessisce e può formare quelle placche aterosclerotiche che sono spesso causa di infarti e ictus. Inoltre, la papaya è un’ottima fonte di fibre; è stato dimostrato che una dieta ricca di fibre aiuta a ridurre i livelli di colesterolo LDL (quello “cattivo”) nel sangue. Nella dieta che protegge il cuore non può quindi mancare questo frutto. Salute dell’apparato gastrointestinale La papaya, specie quando non è completamente matura, contiene papaina, un enzima che agisce allo stesso modo dei succhi gastrici aiutando, quindi, la digestione; questa caratteristica lo rende un frutto indicato, per esempio, alla fine di un pasto abbondante. Le fibre contenute nella papaya aiutano la regolarità dell’intestino. Inoltre, secondo studi scientifici, queste fibre si legano alle tossine cancerogene del colon tenendole lontane dai tessuti sani; grazie a questa qualità e alle già citate proprietà antiossidanti, possiamo considerare la papaya un valido aiuto nella prevenzione del tumore al colon. I semi di papaya, assunti quotidianamente dall’uomo, sono considerati un ottimo contraccettivo naturale utilizzato da secoli in molte culture, specie in diversi Paesi asiatici. Secondo alcuni studi scientifici condotti sugli animali, l’uso prolungato di semi di papaya potrebbe però portare a infertilità maschile; da ricerche condotte sui conigli sembra, comunque, che si tratti di un’infertilità reversibile; i conigli, infatti, una volta smessa l’assunzione, tornavano fertili dopo 45 giorni. Le donne in gravidanza devono stare attente al consumo di papaya; il frutto completamente maturo non è considerato rischioso, ma la papaya acerba contiene molta papeina, una sostanza che, oltre alle proprietà digestive, può indurre le contrazioni uterine. La papaya contiene lattice, può quindi provocare reazioni, anche gravi, nelle persone allergiche a questa sostanza. Curiosità Cristoforo Colombo definì la papaya il frutto degli angeli per la sua dolcezza. La papaya può essere degustata in vari modi; uno dei più semplici e forse anche più piacevoli è mangiarla come si farebbe con un melone, cioè semplicemente tagliandola e fette e privandola della buccia.
La papaia è conosciuta come frutta da consumo, tanto come frutto intero che come frullato e dolce (elaborati con frutta verde bollita con zucchero), e ha alcune proprietà notevoli per facilitare la digestione degli alimenti di difficile assimilazione.

In fitoterapia la droga è costituita dal lattice essiccato o papaina bruta, ricavato per incisione dai frutti immaturi (un frutto di dimensioni medie fornisce circa 100 grammi di lattice). Da questo si ottiene, per dissoluzione nell'acqua e precipitazione in alcol, la papaina purificata, chiamata anche papaiotina. Questa sostanza ha una forte attività proteolitica e viene per questo utilizzata nelle insufficienze gastriche e duodenali. Ha infatti le medesime proprietà della pepsina, un enzima gastrico fondamentale per la digestione delle proteine.  A differenza di questo, che per espletare la propria funzione richiede la presenza di acido cloridrico, la papaina è attiva anche in ambiente neutro o basico.
La Papaina, che si può ricavare anche da altre parti della pianta come le foglie o i semi, ha proprietà antielmintiche e come tale viene tradizionalmente utilizzata contro i parassiti intestinali. Oltre che nella cura di problemi digestivi, questa sostanza viene impiegata come detergente nella rimozione dei depositi proteici dalla superficie delle lenti a contatto.


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